lunedì 14 settembre 2009

IL PENSIERO DELLE DIFFERENZE

[Attenzione: per la lettura integrale del seguente testo è consigliato un respiro molto profondo].

L’associazione culturale Differenze nasce nell’Università G. d’Annunzio di Chieti, come manifestazione dell’insoddisfazione - discutibile il corrispettivo con la realtà - di alcuni studenti del corso di laurea in Filosofia, sentimento alla concretizzazione del quale ha contribuito il “pacioso” ambiente accademico.

Per definire l’oggetto di tale insoddisfazione è importante chiarire l’idea di fondo che ha spinto i soci fondatori ad affinare la propria sensibilità di fronte a certe situazioni, cioè la convinzione che sia necessario rendersi parte attiva della propria educazione per sopperire ad un difetto del sistema d’istruzione: esso infatti non salvaguarda l'autonomia del sapere, il quale dovrebbe essere sempre critico anche verso se stesso perché libero da ogni presupposto iniziale (condizione questa che ha bisogno di una ricerca che sia scandita dai suoi propri tempi) , ma tende sempre più a soddisfare delle "richieste di mercato", con il risultato di uniformare se stesso entro limiti fissi. Più che alla libertà e alla democrazia, le istituzioni dominanti vogliono educare all’obbedienza, alla subordinazione e alla marginalizzazione. Ne consegue che anche in ambito universitario gli individui diventano pezzi di ricambio (i quali, per definizione, sono tutti uguali e interamente sostituibili), piuttosto che costituire ciascuno una parte insostituibile di un tutto che ha molto da guadagnare dalla particolarità di ogni suo componente.

Il principio di cui l’iniziativa si fa portatrice è quello di concepire l’Università come il vero luogo in cui il pensiero può svilupparsi assolutamente. Dewey, il quale riteneva che le riforme nell’istruzione potessero costituire in se stesse delle leve di cambiamento sociale che avrebbero potuto aprire la strada verso una società più giusta e libera, sosteneva che “il fine ultimo dell’educazione non è la produzione di beni, ma quella di essere umani liberi reciprocamente associati in condizioni di uguaglianza”. La caratteristica fondante di questo pensiero dell’Università è la serenità di coltivare e mettere in gioco, costantemente, un senso critico nutrito nel modo migliore perché peculiare.
“Differenze”, in questa prospettiva, sottopone all’attenzione e alla riflessione degli studenti, ma non solo, della d’Annunzio materiale culturale di varia forma. Non privilegia tematiche riguardanti un solo aspetto del sapere, come, per esempio, quello filosofico, e tenta di fare uso di un sempre più ampio ventaglio di modalità.

Le iniziative proposte offrono l’occasione in più, di cui si sentiva il bisogno, per arricchire i propri interessi culturali: la “differenza” è preziosa, e il suo valore è direttamente proporzionale alla misura in cui essa viene fatta oggetto di analisi. Esse, inoltre, costituiscono un momento d’incontro effettivo tra individui che seguono percorsi di studio diversi, ai quali si presenta la possibilità di riscoprire un dialogo fondamentale che spesso viene messo da parte a causa dello studio sui libri, nondimeno importante, e impedisce che l' università venga vissuta non più come il luogo in cui “esperire” la conoscenza, ma una piazza da attraversare velocemente da un lato all'altro per sbrigare le proprie faccende il prima possibile.

Nonostante le difficoltà iniziali dovute alla scarsa esperienza, l’associazione si è mostrata attiva già dopo pochi mesi dalla sua costituzione, e ha intenzione di intensificare i lavori durante l’anno accademico venturo. Di recente, nei fatti, essa ha presentato all’Ateneo teatino la proposta di organizzare un evento, identificato come Settimana della Memoria, durante il quale, attraverso il file rouge storico riguardante l’Olocausto ebraico, si discuterebbero alcuni tra i temi che caratterizzano negativamente il nostro secolo e che, soprattutto, non devono essere ricordati relegandoli ad un misero minuto d'orologio. Nel mese di maggio 2009 ha realizzato un incontro, grazie alla collaborazione con il circolo UAAR di Pescara, relativo al concetto di Materia, con il professor Carlo Tamagnone. Tra gli obiettivi vi è anche la programmazione di eventi più “leggeri” ma non meno profondi, come un cineforum che preveda la proiezione di pellicole accomunate dalla tematica del “potere”, di cui l’intervento di alcuni docenti svilupperà i vari punti di vista, sotto l’esempio di una proiezione sulla figura del filosofo Giordano Bruno di cui l’associazione si è già fatta promotrice, riguardante la laicità. In quest’occasione, grazie soprattutto al contributo della prof.ssa Nicoletta Tirinnanzi, è stato possibile dibattere di un argomento sul quale è consuetudine non riflettere in misura adeguata. Considerando, inoltre, la presenza a Chieti di una delle migliori facoltà di Medicina, lo spettro degli interessi si allargherà verso il campo della “bioetica e della ricerca scientifica” tramite conferenze ed incontri mirati.

L’associazione Culturale Differenze sente il bisogno di riprendere e rilanciare, superando quelle che possono essere le chiusure del neoconservatorismo di natura religiosa e fideistica, il progetto, da alcuni considerato “esaurito”, della modernità, con tutta la sua carica emancipativa. Noi crediamo che la storia non sia finita, e con essa i grandi discorsi della modernità. Bisogna, oggi più che mai, riportare in auge l’illuminismo, il progetto di emancipazione dell’umanità attraverso la ragione, e non abbandonarlo, lasciandolo scivolare nell’oblio. Ciò non implica riprendere quell’aspirazione a una trasparenza ultima, ad una fine della storia utopica che costituisce, infine, il dogma impossibile e la debolezza maggiore dell’illuminismo del diciottesimo secolo e di tutti quei movimenti politico-economici che di esso hanno ereditato lo “spirito”. Sebbene il progetto dell’illuminismo appaia alla gran parte delle istituzioni incompiuto, esso costituisce un compito indefinitamente aperto, sempre a venire, sempre in movimento. Noi siamo in movimento.
E il movimento, il divenire, è simboleggiato anche dal logo dell’Associazione: il fuoco eracliteo. Esso sta a sottolineare la valenza, ancora attuale, del pensiero dell’efesino: il mondo è fatto di opposti, e di ciascuna coppia di opposti “si può fare una unità”; questa legge è universale in quanto “è la ragione della sottostante unità di questo ordinamento del mondo”; “la più importante ragione della unità degli opposti consiste in una costante tensione o conflitto”.
Da tutte le cose, tutte “differenti tra di loro”, irriducibilmente singolari e in divenire, la pluralità totale del mondo si raccorda grazie all’unità del Logos, del Fuoco. Questo è il frutto dell’insegnamento aristotelico: “le cose possono differire solo in quanto hanno in comune ciò in cui differiscono”. E’ importante raccogliere anche gli esiti etico - politici che questo insegnamento porta con sé, in un tempo in cui l’intolleranza e la repulsione nei confronti dell’altro sembrano aver monopolizzato le coscienze di molti.

Il pensiero delle Differenze è anche la loro tutela, fonte imprescindibile per perseguire la cultura del rispetto e della pacifica convivenza tra “singolarità uniche e tra loro differenti”. La conoscenza nasce dall’osservazione delle Differenze, il nostro linguaggio si nutre di Differenze, la struttura stessa del reale è costituita da Differenze. La nostra capacità di “coglierle e saperle esperire” può contribuire alla realizzazione di una maggiore consapevolezza verso ciò che ci circonda. E’ necessario pensare la “differenza”: come ha detto Simon Weil, non solo pensare separatamente le cose, ma pensare pensieri che pensano separatamente.
Si concluda citando un brano tratto da una conferenza che Jacques Derrida, grande filosofo contemporaneo della “differance”, ha tenuto il 3 giugno 1999 presso l’Università Pantion di Atene in occasione del conferimento della laurea honoris causa:
“Solo in ciò che l’Università simboleggia oggi, è possibile lavorare serenamente e in modo radicale su queste decisive ma difficili questioni e pensarle. L’incondizionalità del pensiero, quella che dovrebbe trovare il suo luogo o il suo esempio nell’Università, si riconosce là dove può, in nome della libertà, mettere in questione il principio di sovranità come principio di potere. Messa in questione terribile e abissale, non lo ignoriamo. Perché il pensiero allora, quello che là trova il suo luogo di libertà, si trova senza potere. Si tratta di un’incondizionalità senza sovranità, vale a dire al fondo di una libertà senza potere. Ma senza potere non significa “senza forza”. E qui, discretamente, furtivamente, un'altra frontiera è forse oltrepassata, la frontiera che iscrive e al contempo resiste al passaggio, la frontiera poco visibile tra l’incondizionalità del pensiero (ritengo la vocazione universale dell’Università e degli “Studi Umanistici” a-venire) e la sovranità del potere, di tutti poteri, il potere teologico-politico anche nelle sue figure nazionali democratiche, il potere economico-militare, il potere mediatico, ecc. L’affermazione di cui parlo resta un principio di resistenza o di dissidenza: senza potere ma senza debolezza. Senza potere ma non senza forza, foss’anche una certa forza della debolezza. Piuttosto che ritirarsi dietro le frontiere sicure di un campo, di un campus inoffensivo e protetto da autorità invisibili, questo pensiero dell’Università deve preparare, con tutte le sue forze, una nuova strategia e una nuova politica, un nuovo pensiero del politico. E della responsabilità politica. Per fare ciò deve allearsi nel mondo, dentro e fuori l’Europa, con tutte le forze che non confondono la critica della sovranità con l’asservimento, e neppure con la servitù volontaria, tutto al contrario”.

Esortare al coraggio di utilizzare la propria intelligenza al di là di ogni principio di potere, per un pensiero incondizionato, altro e differente: questa è la natura del nostro impegno, per capire il mondo, per abitare in esso.

ASSOCIAZIONE CULTURALE DIFFERENZE

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